Osteopatia, vi spiego cos’è la tecnica in lateralità

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Osteopatia, vi spiego cos’è la tecnica in lateralità

La tecnica in lateralità è un tipo di trattamento fondamentale nel mio lavoro di osteopata. La utilizzo per curare patologie come ernia del disco, artrosi cervicale, osteofitosi e altre affezioni degenerative. È una tecnica estremamente sicura perché va ad agire in lateralità sulle faccette articolari, senza alcuna rotazione della colonna cervicale. La tecnica in lateralità rappresenta un’alternativa alla più tradizionale manipolazione cervicale.

DIFFERENZA TRA MANIPOLAZIONE CERVICALE E TECNICA IN LATERALITA’. Con la manipolazione cervicale si effettua una rotazione delle vertebre per manipolarle. La vertebra, come sappiamo, poggia sulla sottostante tramite le faccette articolari e il disco intervertebrale. Nella manipolazione cervicale si tende a far ruotare la vertebra creando un appoggio sul disco e mettendolo quindi sotto stress. Inoltre la “dura madre” – quella sorta di foglio protettivo che avvolge il midollo – tramite l’azione di de-rotazione effettua una sorta di ‘strozzamento’ a livello midollare creando una leggera sofferenza del midollo. Invece con la tecnica in lateralità il paziente parte da una posizione neutra. L’appoggio manipolativo avviene al livello delle faccette articolari della vertebra, isolando il disco e senza alcun carico sulle strutture discale. Insomma il disco rimane svincolato e non viene messo sotto stress dalla manipolazione. Se effettuata con un piccolo range di movimento, la tecnica in lateralità è davvero sicura per tante problematiche. Naturalmente l’intensità della tecnica in lateralità dipende dalle condizioni in cui si trova il paziente ed è estremamente soggettiva. Un anziano con una grave situazione artrosica non può essere paragonato a un ventenne che fa rugby! Ogni trattamento va sempre adattato al paziente che abbiamo di fronte.

UN CASO DI CERVICOBRACHIALGIA ACUTA. Il paziente arriva nel mio studio a Roma in condizioni davvero difficili. La cervicobrachialgia gli impedisce qualsiasi movimento, provoca dolori lancinanti alla scapola e su tutto il braccio. Il paziente è resistente ai farmaci. Ha tre dita della mano addormentate. Una ernia discale voluminosa, la gobba di bisonte, una verticalizzazione del rachide cervicale. Non è un trattamento facile. La cerniera cervico-dorsale (D1-D2-D3-D4) è molto rigida e non riesce a fungere da ammortizzatore per il carico discendente della testa e quello ascendente del resto del corpo. Da qui il blocco vertebrale C5-C6 e la sua condizione di instabilità, effetto del cattivo lavoro di tutta la struttura sottostante che è completamente bloccata. Il paziente soffre quando è seduto ma soprattutto quando è disteso. Sta leggermente meglio quando cammina, oppure se alza il braccio sopra la testa.

RIFLESSO ANTALGICO E TRATTAMENTO OSTEOPATICO. Il corpo cerca sempre una strada per scappare dal dolore: si chiama riflesso antalgico a posteriori (rispetto alla comparsa del dolore) e innesca tutta una serie di attitudini e contrazioni compensative per cercare di attenuare la sofferenza. Invece molto spesso tutto questo non fa altro che innescare altri dolori aggravando la patologia, come un cane che si morde la coda. E’ il caso del paziente che sto descrivendo. Il trattamento punta innanzitutto ad allentare le contrazioni compensative muscolari del pettorale, del piccolo pettorale, dello stretto toracico superiore e quindi degli scaleni, dello sterno cleido mastoideo, del succlavio. La clavicola è bloccata, insieme al diaframma. Nel fare il trattamento trovo tutta la struttura toracica e scapolo-omerale come se fosse ancorata al tratto cervicale, andando a peggiorare il sistema di carico su di essa. Il trattamento osteopatico serve a svincolare e allentare tutte le tensioni muscolari.

APPLICARE LA TECNICA IN LATERALITA’. Eseguo una serie di trattamenti sul paziente per ridare mobilità alla clavicola e grazie alla tecnica in lateralità effettuo la manipolazione delle strutture C4-C5-C6. La tecnica in lateralità è un metodo sicuro per il trattamento delle ernie discali, perché prende appoggio sulle faccette articolari e lavora solo sul side-bending (lateralità) della cervicale stessa. Infine con la manipolazione punto a ridare mobilità al tratto D1-D2-D3-D4. Solo ricreando una maggiore elasticità al tratto dorsale il paziente torna ad avere una migliore capacità di ammortizzazione.

UNA SETTIMANA DOPO. Possiamo renderci conto delle condizioni del paziente colpito da cervicobrachialgia a distanza di una settimana dal primo trattamento. Il paziente ora si sente decisamente meglio. Ha ripreso a muovere le dita delle mani che si erano ‘addormentate’. La nevralgia al braccio è fortemente ridotta. Effettuando il secondo trattamento, trovo la cerniera cervico-dorsale (D1-D2-D3-D4) estremamente più elastica e mobile. Anche le strutture C4-C5-C6 (sede dell’ernia discale) sono meno bloccate. Insomma il trattamento osteopatico è servito. Ho liberato la prima costola (C5-C6) e tutto il tratto dorsale. La manipolazione ora avviene in modo più morbido ed efficace del trattamento precedente. Spesso c’è un timore a trattare questo tipo di patologie durante la loro fase più acuta ma sono state sufficienti due sedute per raggiungere il nostro obiettivo, cioè ridurre il dolore e ridare equilibrio al paziente che soffriva. Una terza ed ultima seduta servirà per tornare alla normalità.

IL BALLERINO CON BLOCCO CERVICALE. Mi viene a trovare un ballerino con un forte blocco a livello della cerniera cervico-dorsale. Il blocco è così forte da impedire al paziente di ruotare la testa o di fare dei semplici movimenti. Soprattutto, gli impedisce di dormire correttamente perché in posizione distesa un dolore del genere tende ad acuirsi. Si tende erroneamente a credere che la danza sia una attività non traumatica, dato che rispetto ad altri sport non prevede un contatto fisico, invece le sollecitazioni e lo stress che il ballerino subisce sono estremamente elevate. Tra allenamenti continui, salti ed evoluzioni, si effettuano tantissimi movimenti che devono essere sempre ben coordinati tra loro. Tutto ciò può determinare altrettanti traumi. Spesso la struttura che tende a pagarne le conseguenze è la colonna vertebrale. Il trattamento che utilizzo in questo caso combina la tecnica in lateralità con un lavoro di inibizione muscolare per allentare le grandi tensioni del paziente a livello pettorale, del muscolo succlavio e di tutto il cingolo scapolare. Anche in questo caso il risultato è soddisfacente. Nel giro di tre sedute, il paziente è guarito.

UN ALTRO CASO DI TRAUMA ALLA CERVICALE. Descrivo un ultimo caso di trattamento con tecnica in lateralità. Il paziente che viene a trovarmi, alzandosi da seduto in una stanza dal soffitto molto basso, ha sbattuto la testa ricevendo un contraccolpo sul tratto cervicale. Presenta un trauma compressivo della cervicale. I traumi assiali possono essere pericolosi, per cui effettuiamo preventivamente una risonanza magnetica per gestire e controllare le cose nel miglior modo possibile. Dalla risonanza emerge che il paziente ha una protrusione (C5 C6 C7) antecedente al trauma. Effettuo il trattamento di osteopatia usando una tecnica in gravitazione e la tecnica in lateralità. Vengono liberati tutto il tratto dorsale e i muscoli pettorali. Occorrono quattro sedute, fino a quando il problema del paziente è risolto.

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